La Via Del Guerriero Di Pace by Dan Millman

La Via Del Guerriero Di Pace by Dan Millman

autore:Dan Millman [Millman, Dan]
La lingua: eng
Format: epub
editore: © 1996–2006 Edizioni il Punto d’Incontro
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


La corsa sulle colline

Socrate versò la tisana fumante nelle tazze e pronunciò le prime parole incoraggianti in tanti mesi. “La tua vittoria nel duello con il gigante è la prova che sei pronto a fare il prossimo passo verso l’Unica Meta”.

“Quale passo?”.

“Lo scoprirai quando starai per farlo. Nel frattempo, il tuo addestramento può spostarsi in un settore diverso”.

Un cambiamento! Era un segno di progresso? Ero eccitato, finalmente qualcosa si muoveva. “Qual è il nuovo settore?”.

“Per prima cosa, dovrai trovare le risposte al tuo interno. Cominciamo subito. Esci, gira l'angolo, dietro il bidone della spazzatura troverai una grande pietra piatta contro il muro. Siediti lì finché avrai qualcosa di importante da dirmi”.

“È tutto?”, chiesi.

“È tutto. Siediti e aspetta un'intuizione degna di venire comunicata”.

Uscii, trovai la pietra e sedetti al buio. All'inizio lasciai scorrere pensieri in modo disordinato. Poi ripassai tutte le nozioni apprese nei miei anni di università. Passò un'ora, due, tre. Mancava ancora molto al sorgere del sole e cominciavo ad avere freddo. Rallentai il respiro e immaginai vividamente di avere un calore nella pancia. Dopo un po’ ero di nuovo a mio agio.

Spuntò l'alba. La sola cosa che mi veniva in mente era un'intuizione che avevo avuto durante una lezione di psicologia. Mi alzai irrigidito, con le gambe anchilosate ed entrai zoppicando nell'ufficio. Socrate, rilassato e comodamente seduto alla scrivania, chiese: “Così in fretta? Bene, dimmi”.

Ero un po’ imbarazzato e mi auguravo che bastasse a soddisfarlo.

“Sotto le nostre apparenti differenze, condividiamo tutti gli stessi bisogni e le stesse paure. Siamo tutti sullo stesso cammino e ci guidiamo a vicenda. Questa comprensione fa nascere la compassione”.

“Non male. Ritorna alla pietra”.

“Ma è quasi giorno e il tuo turno è finito”.

“Nessun problema”, sogghignò. “Sono sicuro che per questa sera avrai pensato a qualcosa”.

“Questa sera? Ma...”.

Mi indicò la porta.

Seduto sulla pietra con il corpo dolorante, ripensai alla mia infanzia. Frugai in tutto il mio passato alla ricerca di intuizioni. Niente. Poi cercai di riassumere le esperienze vissute durante quei mesi con Socrate in un brillante aforisma.

Pensai alle lezioni che avrei perso e alla scusa da raccontare all'allenatore. Che cosa gli avrei detto? Che ero rimasto seduto su una pietra in una stazione di servizio? Beh, almeno l'avrei fatto ridere con l'assurdità della mia storia.

Il sole si muoveva nel cielo con esasperante lentezza. Ero affamato, irritato e depresso, ma rimasi seduto fino a sera. Non avevo ancora niente da dirgli. Poi, quando lui arrivò, capii che voleva qualcosa di più profondo, qualcosa di cosmico. Intensificai la concentrazione. Lo vidi entrare in ufficio e mandarmi un saluto con la mano. Raddoppiai i miei sforzi. Poi, verso mezzanotte, arrivò. Non riuscivo a camminare e dovetti fare alcuni minuti di stretching prima di piombare nell'ufficio.

“Soc, ce l'ho fatta! Dietro le maschere delle persone ho sempre visto le loro paure e la loro mente confusa, ma questo non ha fatto altro che rendermi cinico, perché non sono ancora andato abbastanza in profondità da vedere la luce dentro di loro”. Pensavo che fosse una rivelazione di proporzioni cosmiche.

“Eccellente...”, commentò Socrate.



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